Ecco perché il tuo parco preferito potrebbe non essere così verde come pensi

I parchi evocano nei visitatori, siano essi abituali o occasionali, sensazioni di pace, armonia, serenità e rilassamento. Per molti, il parco rappresenta un autentico simbolo di naturalità, un rifugio unico dove poter prendere le distanze, anche solo per un momento, dal frastuono e dalla frenesia della città, pur restando immersi nel contesto urbano. Ma questa percezione corrisponde davvero alla realtà, o si tratta soltanto di un’impressione?

Il parco: davvero una zona green?

Il verde è indubbiamente il colore che meglio identifica i parchi, sia in Italia che nel resto del mondo. La semplice vista di distese verdi, che richiamano immediatamente la natura e il benessere, può avere un effetto positivo sull’umore, soprattutto dopo una giornata stressante o un momento di tensione.

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Tuttavia, il fatto che i parchi siano green dal punto di vista cromatico non implica necessariamente che lo siano anche in termini di sostenibilità ambientale. In alcuni casi, infatti, le scelte gestionali adottate possono essere poco rispettose dell’ambiente e della sua tutela.

Spesso, le priorità ecologiche vengono sacrificate in favore della rapidità di intervento, della funzionalità o di esigenze paesaggistiche che rispondono a criteri estetici o pratici, piuttosto che a principi di sostenibilità e rispetto dell’ecosistema.

La presenza dell’uomo nei parchi

I parchi, popolati da una grande varietà di specie vegetali – erbacee, arbustive e arboree – e, di conseguenza, anche da fauna selvatica e domestica proveniente dalle zone circostanti, sono oggetto di regolari interventi di manutenzione. Questi interventi sono necessari per garantire ordine, decoro e fruibilità, evitando che gli spazi verdi vengano abbandonati a sé stessi.

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È importante ricordare che molti parchi urbani, che donano colore e vivacità ai centri cittadini, sono in realtà il risultato di progetti architettonici accuratamente pianificati, piuttosto che espressioni spontanee della natura. Proprio per questo motivo, spesso presentano caratteristiche che si discostano dagli ambienti naturali autentici.

Alcuni esempi? Aiuole disposte secondo forme geometriche precise, specie vegetali selezionate appositamente, vialetti pavimentati, strade asfaltate, siepi modellate con cura in forme particolari, e l’introduzione di piante esotiche come cactus o palme. Tutti questi elementi sono pensati per creare un impatto estetico gradevole, ma talvolta si allontanano dalle caratteristiche di naturalità e spontaneità tipiche degli ecosistemi naturali.

Ogni scelta ha un prezzo!

Come si può facilmente intuire, la progettazione e la realizzazione di un parco urbano comportano costi considerevoli, ai quali si aggiungono le spese continue per la gestione e la manutenzione necessarie a mantenerlo in ordine e decoroso nel tempo.

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Tra le operazioni di manutenzione più diffuse troviamo l’irrigazione intensiva, l’uso di macchinari come tosaerba e potatrici, l’impiego di veicoli e fertilizzanti. Tutte queste attività, pur essendo indispensabili, hanno un impatto ambientale che varia a seconda delle modalità di gestione e delle dimensioni del parco. Ad esempio, un grande parco urbano ben gestito può avere un impatto minore rispetto a un piccolo giardino curato in modo intensivo.

Un esempio concreto dell’impatto ambientale di un parco – ma anche di un giardino privato – è la presenza di prati verdi e fioriture abbondanti durante i mesi estivi più aridi. Questo risultato è spesso ottenuto attraverso irrigazioni frequenti e abbondanti, che comportano un notevole consumo di acqua, risorsa sempre più preziosa.

Proposte per una gestione più sostenibile

Se da un lato esistono situazioni in cui il consumo di risorse e l’impatto ambientale sono elevati, dall’altro è possibile adottare pratiche più sostenibili, in sintonia con la naturalità e la spontaneità dei parchi. Alcune di queste soluzioni, illustrate nei paragrafi seguenti, possono essere applicate anche nei giardini privati.

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La scelta di specie vegetali autoctone e resistenti permette di ridurre la necessità di irrigazione, concimazione e trattamenti fitosanitari, poiché queste piante sono già adattate al clima locale e meno vulnerabili a parassiti e malattie. Inoltre, l’inserimento di siepi e alberi può contribuire a creare microclimi favorevoli e a migliorare la qualità dell’aria.

Lasciare alcune aree “selvagge” e apparentemente meno curate favorisce la biodiversità, elemento essenziale per l’equilibrio degli ecosistemi, sia naturali che artificiali. L’utilizzo di prodotti naturali, come concimi organici e insetticidi di origine vegetale, insieme a sistemi di irrigazione a goccia, rappresenta un’ulteriore strategia per ridurre l’impatto ambientale. Le alternative sostenibili esistono: basta conoscerle e sceglierle consapevolmente!

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